lunedì 19 marzo 2012

Siccità e rospi


E' finalmente arrivata un po' di pioggia. Senz'altro salutare. Vi propongo le immagini del Gorgazzo a Polcenigo che purtroppo è andato in secca subito dopo la sorgent del Gorgazzo.
Nel frattempo è ripartita la migrazione dei rospi, delle rane verdi e delle rane rosse dopo una settimana di assenza assoluta di passaggio. Domenica sera, grazie alla prima timida pioggia, numerosi rospi si sono affollati in entrambe le direzioni mettendo in difficoltà i soccorritori degli anfibi. Bisogna dire che l'assoluta mancanza di rispetto degli automobilisti di passaggio hanno reso veramente difficile la serata mettendo in pericolo le persone e schiacciando numerosi rospi in risalita. Quanto siamo distanti dal senso di rispetto dei nostri amici austriaci. Quanto siamo poco rappresentati nelle stanze di potere. Diceva Gandi (spero l'abbia detto proprio lui), che prima si viene derisi, poi combattuti e alla fine si vince. Noi siamo probabilmente nella prima fase di questo lungo viatico.
In ogni caso domenica sera ci siamo trovati immersi in una bellissima e istruttiva pagina di natura.
Cambiamo argomento: siccita e secca del Gorgazzo. Pozze piene di Cotus gobio (Marson in dialetto) e morte da tute le parti. Miliardi di gammarus che nuotavano disordinatamente alla ricerca di ossigeno. Numerose le azioni di salvataggio spontanee da parte di persone del posto. Secchi pieni di questi straordinari pesciolini portati in salvo nel capiente imbuto del Gorgazzo. Scommetto che tra questa gente non c'era nessun pescatore!!! Evito di rovistare con il dito nella piaga.
Nella sezione foto troverete alcune testimonianze di questi eventi.

sabato 25 febbraio 2012

Preoccupante siccità a Polcenigo


Era da parecchio che il fiume Gorgazzo non vedeva una secca così drammatica. Come testimoniato impietosamente dalle foto del set numerosi animaletti che vivono sul fondo del fiume vanno incontro a morte. Varie specie di Gammarus, numerosissimi Cotus gobio Trote e altre forme di vita inesorabilmente diventano cibo per gli uccelli. Il rialzo delle temperature e l'assoluta mancanza di precipitazioni asciugheranno le ultime pozze provocando ingenti danni al patrimonio biologico del fiume. Il fiume Livenza è anch'esso ai minimi termini e nei pressi della sorgente della Santissima, il ramo vecchio è alimentato si può dire con "il rubinetto". Nemmeno in queste condizioni di massima siccità i gestori della centrale idroelettrica si degnano di garantire un sufficiente deflusso di acque come da contratto. Ma se chi deve vigilare non vigila.....
La Smorta di Cavolano sotto la spinta di alcuni giorni particolarmente rigidi si era completamente ghiacciata. Bruttissima l'immagine dell'airone cenerino che impigliatosi in una lenza persa dai pescatori è rimasto intrappolato nella morsa del ghiaccio. Fà pensare...
Cambiando argomento, le api avranno anch'esse vita difficile, le fioriture sono partite da poco e non c'è ancora covata. Semplice, poca importazione di nettare e polline, poca covata. Poca covata in questo periodo significa scarso ricambio di api. Situazione preoccupante, steremo a vedere.
Intanto osserviamole sui noccioli e sui Galanthus nivalis, in attesa dei salici.
La migrazione dei rospi è alle porte, finora non c'è stato passaggio. Il rialzo delle temperature però dovrebbe far partire la spinta biologica alla riproduzione. In assoluto silenzio ascolteremo e rispetteremo con religioso rispetto i ritmi della natura!

venerdì 23 dicembre 2011

AUGURI DI BUON NATALE MA...

Chiudere l'anno semplicemente con degli auguri mi sembra un po' di routin. Sottopongo alla vostra attenzione alcune perplessità che forse sono solo mie. Probabilmente mi faccio troppe paranoie.
Prima paranoia: Il sito del Palù del Livenza a Polcenigo
Luogo straordianrio come ho più volte detto e fotografato. Straordinario per tre motivi:
- sito archeologico di importanza fondamentale per capire le nostre radici
- zona geografica assolutamente sorprendente: un fiume che nasce fiume con quattro sorgenti che solcano un territorio ancora poco antropizzato, circondato da monti e colline che ne delimitano un bacino che un tempo era un lago. La torba del fondo conserva tuttora una banca di informazioni preziose.
- zona ripariale che offre un patrimonio botanico e di vita animale assolutamente da salvaguardare e proteggere.
Di recente questo ambiente ha ottenuto il riconoscimento di sito UNESCO. Un organismo quindi che riconoce la valenza storica del sito e controlla l'ingresso delle attività umane bacchettando eventuali interventi scorretti. Bene, pronti via due ruspe nel sito che massacrano le sponde iniettando centinaia di pali al fine di proteggere le rive del fiume.
Personalmente vedo questa cosa come una bestemmia in chiesa, come affidare la direzione di un asilo nido al più grande pedofilo del mondo. Poco comprensibile smorzando i toni. Vediamo chi è il committente dei lavori: la ditta che ha da poco rinnovato il diritto di sfruttamento a fini idroelettrici di quest'acqua. Il fiume poco dopo le sorgenti si dirama in due canali, uno và verso il col Longon per il funzionamento della centrale, l'altro continua nel vecchio corso del Livenza prendendo successivamente le acque della sorgente del Gorgazzo. Inutile dire che il ramo vecchio è ai limiti di sopravvivenza poichè l'acqua viene tutta deviata nel nuovo corso.
E' una roba vergognosa. Politici dove siete? Cittadini sveglia!!! La sovrintendenza mi dicono non è nemmeno stata informata di questo, spero non sia vero. Chi controlla chi?
Le rive non hanno bisogno di rinforzi per tratti così estesi, qualche piccolo intervento di rinforzo sarebbe stato più pertinente. Speravo che in questa area si intervenisse con i modi di un neurochirurgo che rimuove un'ernia vicino a importanti centri nervosi, invece noto un intervento di bassa macelleria probabilmente inutile.
Per qunto riguarda le scelte comunali per lo sfruttamento didattico del sito, ho assistito ad un convegno organizzato dal Comune e mi sembra che le idee siano poche, molto confuse e ancora indirizzate verso uno sfruttamento del sito che non mira alla sua tutela. In quei luoghi vale la regola del neurochirurgo, non si devono costruire passerelle per una fruizione di massa, centri visite vari, li dovrebbe entrare chi è veramente interessato in punta di piedi facendosi largo tra la vegetazione. Le masse servono solo per il consenso politico, non conservano il sito nella sua pluralità di sito geografico, storico, di biodiversità animale e vegetale.
Da anni porto gli alunni delle mie classi a scoprire quel sito. Gli alunni sono attratti per un 10% dalla sua valenza storica, per il 50% sono attirati dalle forme di vita che si trovano in acqua, e sulle rive e per il restante dalla selvaticità e integrità del luogo.

Seconda paranoia:
Mentre passeggiavo cercando di osservare qualche bell'animale sulle colline che da Polcenigo portano a Budoia, con assoluto sgomento ho osservato almeno una quindicina di altane di tutte le fattezze che chiaramente non hanno fini di osservazione ma di caccia di cervi, caprioli, cinghiali. Non sono bene informato sulle leggi della caccia ma penso proprio sia così. Bene, personalmente sarei per l'abolizione della caccia ma ritengo che non sia cosa fattibile per ovvi motivi di poteri politico-economici, però cacciare in questo modo fà veramente schifo.
Non c'è nulla di etico nello sparare ad un grosso cervo dopo averlo attirato con il mangiare, l'acqua, avergli offerto una montagna di fieno, aver raggiunto l'altana comodamente con il fuoristrada, aver disboscato mezza area circostante per poter sparare meglio.
Volete fare i cacciatori? Bene, la macchina si lascia a valle, si cammina e non ci sono altane ma solamente territori aperti, arco e frecce e un bel coltello per gli eventuali corpo a corpo. Potete catturare quanti cinghiali volete. Questa è caccia etica e sostenibile. A volte vince il cinghiale a volte il cacciatore. Una volta catturata la preda la si porta a valle sulle spalle.
Così nelle mie passeggiate a sfondo naturalistico alcune volte fotograferò il cinghiale catturato dall'uomo e altre volte viceversa e sarà un fatto del tutto naturale che rientra nel grande sistema delle catene alimentari.
Buon Natale a tutti.

sabato 15 ottobre 2011

ODORE DI BANANE, PERICOLO!!!


L'apicoltore sà che quando apre l'alveare e sente odore di banane e vede le api in questo curioso atteggiamento deve stare un attimo attento a non irretire ulteriormente le api guardiane. Esse assumono infatti questa strana posizione per estroflettere il pungiglione ed emanare una sostanza chimica che ha odore di banana. E' un chiaro segnale di allarme, significa non disturbarmi più altrimenti ti attacco per difendermi.
Il mondo delle api ci riserva sempre comportamenti complessi che non possiamo non ammirare.
Altre foto ritraggono una mantide religiosa con la sua preda. Non è facile per la mantide catturare una libellula, deve sicuramente aver agito con tanta pazienza e con fine tattica per raggiungere il suo obiettivo. Tanto di cappello. Astuta predatrice.
La mantide aveva un gran pancione, era appesa ad un alveare, sicuramente si sarà pappata un gran numero di api, pazienza la natura segue i suoi ritmi e le sue scale gerarchiche, noi possiamo solo osservare e non rompere questi delicati equilibri.

mercoledì 5 ottobre 2011

LE SCORTE PER L'INVERNO


Settembre e ottobre con le loro fioriture hanno compensato le carenze di miele notate in estate. Le colonie si sono abbondantemente rinforzate e numerosa è ancora la quantità di api negli alveari. Le foto testimoniano la costruzione di favi nello spazio lasciato dal coperchio rovesciato sopra il nido.
La fioritura dell'erba medica prima dell'ultimo sfalcio, quelle di tarassaco, tapinambur, edera e numerosi altri piccoli fiori, sostengono l'attività di bottinatura delle api.
Straordinaria natura!!

martedì 27 settembre 2011

Propoli e immersioni di fine stagione


Innanzitutto gli amici del rospo ringraziano tutte le persone, veramente tante che sono venute a visitare nell'ex convento di San Giacomo la mostra "Il coraggio degli anfibi". Sono stati due bei giorni di natura e di dialogo sulle bellezze di Polcenigo. Interessante la conferenza degli amici austriaci che hanno portato una ventata positiva di rispetto per gli animali e la natura in genere. Le autorità di Polcenigo ci hanno onorato della loro presenza e questo ha fatto piacere a tutti "Gli amici dei rospi".
Vi propongo oggi, dopo tanto tempo, due set uno con poche foto di api con propoli nelle cestella. Non è facile fotografare api al rientro con questa medicamentosa sostanza, ma l'aspetto curioso è che in questo caso la propoli ha formato un anello tra le due zampe: un bel problema per l'ape che rischia di trovarsi tutta appiccicata. Esse infatti volano mantenendo le zampe molto divaricate proprio per evitare questo guaio. Vengono aiutate da altre api a scaricare il prezioso raccolto.
Il secondo set riguarda foto sub scattate nel Gorgazzo che è procedendo da est a ovest la prima sorgente del Livenza. L'acqua è cristallina e la presenza di vita sul fondale è straordinaria. Numerosi i Cotus Gobio presenti con colorazione sempre differente. Non c'è sasso che non celi un Cotus. Numerose anche le trote che potete osservare nel video (almeno un paio di Kg. quella più grossa!!!)a lato. Anguille e Gamberi non li ho visti ma bisognerebbe immergersi di notte....faremo anche quello!

mercoledì 24 agosto 2011

IL CORAGGIO DEGLI ANFIBI


Ho il piacere di invitarVi alla mostra fotografica in collaborazione con
- Comune di Polcenigo
- Amici del rospo
dal titolo:
"IL CORAGGIO DEGLI ANFIBI....rospi, rane, salamandre, tritoni e altri intrusi"
che si svolgerà nei giorni:

Sabato 3 settembre e Domenica 4 settembre 2011
nei locali dell'ex Convento San Giacomo a Polcenigo (PN)
in occasione della tradizionale Sagra dei Sest
Domenica
si svolgerà inoltre il convegno con la partecipazione di una delegazione di esperti austriaci che spiegheranno le loro modalità di tutela degli anfibi. Credetemi, anni luce avanti. Dobbiamo solo copiare, senza nemmeno pensare!!!!

La mostra descrive l'annuale migrazione dei rospi in località Santissima, la vita del fossetto con foto curiose di rane, rospi e altre creature legate all'acqua: strane conchiglie, ragni subacquei, lamprede, piccoli pesci che vivono sotto i sassi..etc..
Una rana particolarmente chiaccherona e un po' burbera guiderà lo spettatore nelle incredibili e bellissime forme di vita legate alle straordinarie acque del Polcenighese.
Una immaginaria incursione nelle colline che si estendono tra Polcenigo e Budoia ci permetterà di fare nuove conoscenze con animaletti poco conosciuti: tritoni, salamandre, gamberi d'acqua ..etc.
Popoli coraggiosi che lottano per la sopravvivenza sfidando tutto e tutti per adempiere allo scopo principale delle loro vite: la riproduzione. In questi tempi di scarsezza di ideali e di valori non sarebbe male prendere esmpio da loro.

Per farVi un'idea guardate il trailer (fatto da mio figlio Alessandro).

La mostra si svolge nei locali dell'ex convento San Giacomo. A due passi dal centro di Polcenigo, passata la piazza si prende la stradina che sale a destra e si arriva alla Chiesa. Si gode tra l'altro di una bellissima vista dall'alto di Polcenigo e delle sue acque.

La vostra scampagnata potrà proseguire (dopo aver visitato l'antica Sagra dei Sest) con la visione delle Sorgenti più importanti del fiume Livenza: Il Gorgazzo (fiume che attraversa Polcenigo), la Santissima con la conca del Palù, luogo di insediamenti palaffitticoli (4/5 MILA ANNI A/C), Il molinetto (laghetto e ristorante Trota blu), tutte queste Sorgenti si raggiungono facilmente con una robusta passeggiata. Ne vale la pena!!!
Quelli che amano luoghi selvaggi possono invece intraprendere una camminata che li porterà da Polcenigo a Budoia attraverso le colline (funghi, cinghiali e cervi vi accompagneranno nella vostra escursione).
Interessante inoltre una visita al Parco di San Floriano, un'oasi naturalistica ricavata sulla sommità della collina che si supera entrando a Polcenigo dalla Pianura (Sacile, Fontanafredda) sulla sinistra.
La natura, qui, non manca di certo!!!